Tumore al seno: contrastarlo con l’attività fisica

sport e tumore al seno

I benefici dell’esercizio fisico nei soggetti affetti tumore al seno sono stati ampiamente dimostratati dalla scienza sia nei soggetti sani che in quelli con malattie acute e croniche. In questo articolo illustreremo come avvicinarsi all’attività sportiva.

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COMBATTERE IL TUMORE AL SENO CON L’ATTIVITA’ FISICA

Sono stati ampiamente dimostratati dalla scienza i benefici dell’esercizio fisico sia nei soggetti sani che in quelli con malattie acute e croniche.

In accordo con le ricerche scientifiche esistenti, infatti, ogni tipologia di attività fisica, purché adattata e priva di rischi, può essere praticata da pazienti con patologie.

Nel caso delle patologie cronico-degenerative come il cancro al seno, mantenersi attivi diventa fondamentale per gestire la malattia e prevenire le recidive.

Prima di entrare nel vivo del tema però, qui di seguito riportiamo qualche accenno riguardante la patologia e la sua epidemiologia.

TUMORE AL SENO: EPIDEMIOLOGIA

Il cancro al seno è il tumore più frequente nella popolazione femminile ed è anche la causa maggiore di morte per cancro tra le donne di tutto il mondo. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha riportato che su 18,1 milione di casi di tumore al seno diagnosticati nel 2018, l’11,6% erano di carcinoma mammario. In quello stesso anno, in Italia sono stati registrati 12.274 decessi per tumore al seno. Secondo i dati del 2020 dell’Associazione italiana registri tumori (AIRTUM) questa neoplasia è momentaneamente la più frequente in Italia con un’incidenza in crescita tra le giovani.

Sulla base di questi dati purtroppo gli scienziati stimano che il numero di nuovi casi di tumore al seno aumenterà del 26,1% entro il 2030. Sebbene si prospetti un incremento dei nuovi casi, al contrario, grazie ai nuovi mezzi di prevenzione, la mortalità nelle aree del mondo più industrializzate sta nettamente diminuendo. Diversamente, a causa della mancanza di adeguati mezzi di prevenzione, rimane alta nei paesi meno sviluppati come ad esempio l’Africa e l’Oceania.

CARCINOMA MAMMARIO: COS’E’ E COME SI SVILUPPA

Il carcinoma mammario o cancro alla mammella è una patologia dovuta ad alterazioni strutturali di alcune cellule che compongono la ghiandola mammaria. Sotto il profilo anatomico il seno è costituito da tessuto ghiandolare e tessuto adiposo. Mentre il primo è formato da lobuli o ghiandole mammarie, che producono il latte materno destinato al capezzolo tramite i dotti galattofori, il secondo determina la dimensione della mammella e la protegge da possibili traumi. Nella maggior parte dei casi il carcinoma mammario ha origine dalle cellule dei lobuli o dalle pareti dei dotti. Questa neoplasia maligna è causata dalla proliferazione incontrollata di tali cellule che col tempo possono arrivare a invadere altri organi e tessuti circostanti.
Quando parliamo di tumore al seno dobbiamo però fare una distinzione in base all’estensione e alla biologia della malattia. Infatti, a seconda del tipo tumore distinguiamo almeno 4 sottotipi biologicamente diversi di cancro e 5 stadi a seconda della gravità.
Per quanto riguarda l’estensione della malattia distinguiamo 5 stadi del tumore al seno:

  • lo Stadio 0 definito anche carcinoma in situ, non è un vero e proprio tumore, ma un precursore della malattia, ovvero una patologia che precede il cancro;
  • abbiamo poi gli Stadi 1-3 in cui la malattia è confinata alla mammella o ai linfonodi regionali;
  • e poi lo Stadio 4 che si configura quando sono presenti delle metastasi a distanza.

CARCINOMA MAMMARIO: FATTORI DI RISCHIO

L’esposizione a uno o più fattori di rischio può aumentare la probabilità di sviluppare il tumore al seno. I fattori di rischio identificati sono l’età, la storia familiare, la genetica, l’ambiente, lo stile di vita, l’età del menarca e la menopausa ritardata. Tuttavia, meno del 10% dei casi di cancro al seno è attribuibile a mutazioni genetiche ereditarie. Piuttosto l’ambiente, la storia riproduttiva, il profilo ormonale e lo stile di vita sono i fattori di rischio principalmente responsabili dell’insorgenza della neoplasia.

TUMORE AL SENO: CHI E’ MAGGIORMENTE A RISCHIO?

Tenendo conto dei fattori di rischio sopra citati le fasce più a rischio di sviluppare il carcinoma mammario sono le donne appartenenti a queste categorie:

  • Età compresa tra 50 e 69 anni
  • Storia di cancro al seno in famiglia
  • Portatrici di mutazioni genetiche (soprattutto dei geni BRCA1 situato sul cromosoma 17 e BRCA2 locato sul cromosoma 13)
  • Menarca precoce (< 12 anni di età)
  • Menopausa ritardata (+ 3% di rischio per ogni anno di ritardo)
  • Gravidanza in età avanzata (> 30 anni di età)
  • Malnutrizione (eccessi e carenze di nutrienti e abuso di carne rossa, cibi grassi e bevande non salutari)
  • Obesità (l’accumulo di grasso aumenta i livelli di estrogeni nel sangue e di conseguenza la probabilità di sviluppare il cancro al seno e molte altre malattie)
  • Abuso di sostanze tossiche (alcool, fumo e droghe)
  • Uso di contraccettivi ormonali (esposizione prolungata agli estrogeni è correlata ad un aumentato rischio di sviluppare la patologia)
  • Sedentarietà (ogni ora di inattività giornaliera aumenta dell’1% il rischio di sviluppare il cancro al seno. A questo si aggiunge il rischio di sviluppare molte altre patologie che possono portare al cancro)

CARCINOMA MAMMARIO: COME PREVENIRLO?

Limitare comportamenti che rappresentano fattori di rischio per lo sviluppo della patologia è la prima forma di prevenzione da mettere in atto. Adottare uno stile di vita sano e attivo può ridurre la probabilità che il carcinoma mammario si manifesti. Questo vale soprattutto per le persone geneticamente predisposte alla malattia.

Il ruolo dell’attività fisica nella prevenzione del carcinoma mammario e di molte altre patologie cronico-degenerative è cruciale, come ho avuto modo di illustrare sul mio articolo “Prevenzione e gestione dei tumori: il ruolo dell’attività fisica“.

Infatti, essere soggetti attivi significa mantenere e migliorare le funzioni metaboliche, antinfiammatorie, ormonali e immunitarie dell’organismo.

Questo corretto funzionamento dei meccanismi che compongono il nostro corpo si traduce in una ridotta probabilità di ammalarsi e in una migliore condizione di vita.

Un’altra forma di prevenzione da attuare è quella secondaria attraverso strumenti diagnostici che permettono di individuare precocemente la malattia. Il metodo di prevenzione secondaria più utilizzato è lo screening ed è rivolto ai gruppi di popolazione più a rischio di sviluppare la malattia.

Nella diagnosi precoce del cancro al seno lo screening viene effettuato tramite la mammografia, ovvero un’ecografia della ghiandola mammaria. Attraverso questo esame è possibile diagnosticare la malattia nella sua fase iniziale, aumentando così in modo esponenziale le possibilità di intervenire con successo. Inoltre, grazie alle innovative tecnologie mediche, oggi è possibile eseguire mammografie digitali.

Questi esami attraverso una tecnica di imaging individuano accuratamente lo stadio della malattia riducendo il rischio di mortalità di almeno il 20%.

CARCINOMA MAMMARIO: COME PROCEDERE DOPO LA DIAGNOSI?

La gestione di questa patologia dopo la diagnosi, cambia a seconda delle dimensioni del tumore, dal punto in cui è localizzato e dalle condizioni di salute della persona. Dal punto di vista medico, se il tumore viene diagnosticato in tempo l’intervento chirurgico a volte può essere evitato. In tal caso, si procede direttamente con le terapie oncologiche, ovvero chemioterapia, radioterapia o terapia ormonale. Al contrario, se diagnosticato in una fase avanzata si effettua l’intervento chirurgico che varia a seconda del tipo di tumore e della quantità di tessuto da rimuovere. Ma cosa si può fare in prima persona per gestire al meglio questa patologia?

CARCINOMA MAMMARIO: COME GESTIRLO CON UNO STILE DI VITA SANO

Nel corso degli anni, diverse evidenze medico-scientifiche hanno dimostrato che l’adozione di uno stile di vita sano può incidere sul decorso del tumore alla mammella. Condurre uno stile di vita fisicamente e socialmente attivo e seguire una dieta corretta può aiutare ad affrontare e gestire meglio la malattia. L’esercizio fisico è in grado di migliorare le funzioni fisiologiche del paziente, ridurre i sentimenti negativi e migliorare l’autostima. Una dieta corretta e bilanciata è fondamentale per garantire un corretto apporto nutrizionale e soddisfare il personale fabbisogno calorico.

 

Infatti, avere delle carenze alimentari e assumere comportamenti sedentari in un momento così complesso andrebbe solo ad intaccare il processo di guarigione. Un’ulteriore fonte di sostegno può essere l’assunzione di integratori naturali da assumere su consiglio del proprio medico. A tal proposito diversi studi scientifici riportano l’efficacia della Vitamina C per le sue proprietà antitumorali. Si consiglia inoltre di astenersi da cattive abitudini come il fumo e l’abuso di bevande alcoliche.

CARCINOMA MAMMARIO: BENEFICI DELL’ATTIVITA’ FISICA

L’attività fisica per i pazienti con cancro al seno è consigliata sia durante che dopo i trattamenti antitumorali per i suoi benefici fisiologici e psicologici. Infatti, l’esercizio fisico è associato ad un miglioramento della qualità della vita e ad una ridotta probabilità di mortalità e ricadute. Secondo gli scienziati, l’attività fisica è anche in grado di contrastare alcuni effetti causati dalle terapie oncologiche. Numerose ricerche hanno dimostrato che l’attività fisica può alleviare i dolori articolari e ridurre il senso di affaticamento causato dalla chemioterapia. Attraverso il movimento è possibile recuperare la mobilità e la funzionalità della spalla, compromessi dopo l’intervento chirurgico.

Spesso durante le terapie la donna trova difficili alcune attività quotidiane, come guidare un’auto o afferrare un oggetto sul davanzale. Migliorare la funzionalità dei movimenti può permetterle di essere più indipendente ed evitare che alimenti comportamenti sedentari. Svolgere attività fisica può permetterle di tenere sotto controllo determinati parametri come i trigliceridi nel sangue, evitando l’accumulo di grasso.

 

Le terapie oncologiche infatti, spesso provocano un incremento della massa grassa aumentando le probabilità di sviluppare altre patologie. Inoltre, ad un aumento dell’adipe corrisponde un incremento della quantità di estrogeni, uno dei fattori di rischio per il cancro al seno. Ai molteplici benefici fisici si aggiungono quelli di carattere psicologico e sociale. Infatti, l’attività fisica incrementa il rilascio di serotonina e riduce la produzione del cortisolo (ormone dello stress) aumentando la sensazione di benessere. Inoltre, trascorrere del tempo in compagnia di altre donne nella stessa condizione migliora la socialità e allontana i sentimenti negativi.

CARCINOMA MAMMARIO: LINEE GUIDA PER SVOLGERE ATTIVITA’ FISICA

Gli scienziati raccomandano una buona dose di attività fisica a tutti coloro a cui viene diagnosticato il carcinoma mammario. Secondo l’American College of Sport Medicine (ACSM) infatti, i benefici dell’esercizio fisico nei malati di cancro sono da considerarsi significativamente maggiori dei rischi. Pertanto, è consigliabile mantenere uno stile di vita il più possibile attivo. Le linee guida generali raccomandano 150 minuti di attività fisica moderata o 75 minuti di attività vigorosa a settimana combinando esercizio fisico aerobico e anaerobico. E’ fondamentale fornire a ciascun paziente un protocollo individuale che includa precauzioni in base allo stato di salute del soggetto. L’esercizio fisico per questa classe di pazienti va pianificato in maniera precisa e sistematica, con una specifica intensità, durata e frequenza. Bisogna tenere conto delle caratteristiche della persona, del tipo di intervento chirurgico effettuato e degli effetti dei trattamenti oncologici sullo stato di salute.

L’American College of Sport Medicine (ACSM) raccomanda di evitare comportamenti sedentari e fornisce raccomandazioni specifiche per alcune condizioni tumorali come pazienti con linfedema, ricostruzione mammaria, ecc. Se le condizioni di salute lo permettono, si raccomanda di cominciare a muoversi già dal giorno successivo all’operazione chirurgica anche solo camminando. Naturalmente, prima di intraprendere un programma di attività fisica è fondamentale che il proprio medico oncologo valuti i possibili fattori di rischio attraverso un’anamnesi.

TUMORE AL SENO: EFFETTI COLLATERALI DELLE TERAPIE ANTITUMORALI

Le donne con cancro al seno affrontano un periodo piuttosto difficile dopo l’intervento. Le conseguenze dei trattamenti antitumorali, infatti, si ripercuotono negativamente sullo stile di vita, le abitudini e le attività quotidiane, influenzando la qualità di vita. Durante la malattia, si manifestano sintomi spiacevoli come affaticamento, depressione, ansia, stress, dolore, nausea, vampate di calore e spesso anche linfedema. Il linfedema è un eccessivo accumulo di liquido linfatico nel braccio che provoca gonfiore e riduce la mobilità e la funzionalità dell’arto superiore. Tra i sintomi più frequenti circa il 60% delle donne lamenta dolore e limitazioni nei movimenti della spalla, dolori articolari, stanchezza, disturbi del sonno, disfunzioni cognitive.

Oltre il 70% di loro va incontro a amenorrea a seguito di trattamenti chemioterapici. Le ripercussioni del trattamento si manifestano anche a livello psicologico e sociale. Secondo gli scienziati, molte donne dalla diagnosi al trattamento sperimentano alti livelli di depressione a causa dei sintomi fisici e dell’ansia di possibili ricadute. Bisogna considerare che la diagnosi di cancro di per sé è un evento traumatico per la donna, che provoca disagio e paura, sentimenti negativi che si amplificano durante il trattamento. Questa catena di emozioni negative provoca spesso atteggiamenti errati che portano la donna a ritirarsi dalla vita sociale e a promuovere uno stile di vita sedentario.

CHE TIPO DI ATTIVITA’ FISICA SVOLGERE PER RIDURRE GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE TERAPIE?

Qualsiasi tipo di attività fisica se adattata alle esigenze dell’individuo e senza rischi può essere praticata da pazienti con diagnosi di cancro al seno. Quale sia il miglior protocollo di esercizio fisico da usare però, dipende dalle caratteristiche della persona e dai fattori che caratterizzano la storia clinica.

Secondo numerosi studi scientifici un protocollo di allenamento standard per pazienti con carcinoma mammario dovrebbe sempre prevedere una parte aerobica e una anaerobica

Infatti, questo tipo di allenamento può impattare positivamente su più parametri fisiologici migliorando la qualità della vita della persona.

Nello specifico è stato dimostrato che l’allenamento aerobico può ridurre l’affaticamento migliorando le funzioni cardiopolmonari. Il training anaerobico invece incide sul mantenimento e incremento della massa muscolare preservando la salute delle ossa. 

La pratica aerobica e anaerobica combinata risulta essere un’ottima modalità per migliorare le funzionalità fisiche riducendo i dolori e migliorando la qualità della vita.

TUMORE AL SENO: CHE SPORT PRATICARE?

Si consiglia però di accostare anche la pratica di un’attività olistica come il Pilates o lo Yoga per dedicarsi all’allungamento muscolare. Questo tipo di attività è utile a ripristinare la mobilità articolare della spalla e a conoscere meglio il corpo attraverso la pratica di una ginnastica consapevole. 

Diversi studi hanno dimostrato l’efficacia di queste discipline nel migliorare la funzionalità del braccio nelle donne che sviluppano il linfedema. Inoltre, il Pilates, come lo Yoga, attraverso esercizi di allungamento e rinforzo abbinati ad una corretta respirazione aiutano ad alleviare lo stress.

Altrettanto utile è l’attività fisica in piscina, soprattutto per le donne che sperimentano gravi dolori alle articolazioni. Infatti, l’assenza di gravità permette di eseguire la ginnastica senza carico sulle articolazioni. 

Ovviamente il tipo di allenamento varia a seconda dell’intervento chirurgico effettuato, lo stato di salute e le preferenze della persona.

Se vuoi approfondire l’argomento ho pubblicato un articolo sul blog dal titolo “Prevenzione e gestione dei tumori: il ruolo dell’attività fisica” che potrebbe interessarti.

RICORDATI SEMPRE CHE:

  • non praticare esercizio fisico e stare seduti per più di 8 ore al giorno è considerato un fattore di rischio quasi al pari di quello del fumo delle sigarette con un incremento del rischio di mortalità del 58%.
  • la quantità di attività fisica equivalente a 75 minuti di camminata veloce alla settimana, può incrementare le aspettative di vita di quasi due anni rispetto ad un soggetto sedentario.
  • anche solo 30 minuti al giorno di attività fisica ad intensità moderata riduce il rischio di malattie cardiovascolari, metaboliche e oncologiche.

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Ylenia MANES
Ylenia MANES

Dottoressa in Scienze Motorie, personal trainer, istruttrice e blogger in materia di Fitness e Sport. Ho completato gli studi presso l'Università di Roma Foro Italico con una tesi dal titolo "...programmi di attività fisica dopo l'operazione chirurgica per cancro al seno". Co-fondatrice della piattaforma Only Fitness Fun.

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